HOME cultura modello educativo

cultura / modello educativo

Il nostro modello educativo si è definito nel tempo in rapporto ad una pluralità di “esperienze sul campo” e di scambio teorico con tanti interlocutori. È un modello in continua evoluzione principalmente perché fa riferimento ad un’epistemologia che ritiene che la conoscenza si costruisca in particolari situazioni.

Lo sfondo comune dal quale partiamo è l’educazione ambientale: essa nasce dal riconoscimento del ruolo fondamentale dell’educazione per affrontare i “problemi ambientali”.

La visione dell’ambiente è legata all’idea di complessità, per cui l’approccio educativo che proponiamo parte dal presupposto che per modificare i comportamenti occorre intraprendere un percorso di costruzione della conoscenza.

La ricerca educativa si dovrà inserire in un lavoro collaborativo per la ricerca di soluzioni a problemi socio- ambientali che richiedono nuove competenze e nuove strategie educative e formative.

“Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo capace di assicurare il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni.”

Il concetto di sostenibilità implica la ricerca di temporanee coesistenze tra differenti tendenze di uno sviluppo, inteso non tanto come crescita quantitativa, quanto piuttosto come “miglioramento qualitativo e durevole, cioè capace di futuro, delle relazioni tra gli uomini, tra questi e l’ambiente ed infine tra l’ambiente e la società locale”

Un percorso educativo efficace a nostro avviso, non può prescindere dalla centralità del soggetto che apprende.

È per questo motivo che l’oggetto delle proposte educative e formative della nostra società è la sperimentazione in prima persona di contesti in cui interrogarsi sulla relazione:

UOMO – AMBIENTE- SOCIETA’

Di conseguenza la metodologia adottata prevede la ricorsività di tre momenti principali:

  • ESPERIENZA
  • RIFLESSIONE
  • METARIFLESSIONE

La D&P – Turismo e Cultura si propone di offrire una equipe di lavoro sufficientemente stabile nel tempo che riesca a delineare il progetto educativo e sia altresì capace di gestirlo nelle concrete situazioni educative.

Inoltre assicuriamo un buon livello di formazione degli operatori e l’attivazione di forme di formazione permanente, avvalendoci dell’ausilio di figure altamente professionali e qualificate in ambito educativo.

Siamo infatti profondamente convinte che per vedere i problemi, e ancora di più per gestirli,occorre l’ausilio di più punti di vista, fra i quali è necessario raggiungere un accordo. Questa mediazione volta a costruire i problemi e le relative soluzioni, oltre ad essere un’esigenza etica, è anche funzionale, nel senso che in sua assenza è forte il rischio di dissipare risorse.

A nostro parere un progetto di educazione ambientale si qualifica come tale solo:

  • se persegue l’obiettivo di promuovere una riflessione/trasformazione del rapporto sé- ambiente, società- ambiente, uomo- ambiente;
  • se, per far questo, costruisce contesti educativi adeguati, ovvero se si prende cura non solo del cosa, ma anche del come, e della loro coerenza reciproca.

Consapevoli che non si può obbligare nessuno a riflettere, così come non è possibile per davvero far apprendere qualcosa a qualcuno, siamo comunque del parere che si possono creare contesti in cui riflettere ed apprendere trovando le condizioni per potersi manifestare, sviluppare, sostenere e mantenere.

OBIETTIVI SUL VERSANTE EDUCATIVO:
1.contribuire al cambiamento dei contesti educativi;
2.promuovere sperimentazioni centrate sull’innovazione educativa monitorate in processi di ricerca;
3.organizzare corsi di formazione, seminari, gruppi di lavoro e di ricerca;
4.fornire servizi diversi centrati sull’individuazione di risorse e opportunità utili allo sviluppo di progetti di educazione ambientale.

OBIETTIVI SUL VERSANTE TERRITORIALE:
1.far conoscere le risorse educative, formative, culturali ed ambientali del territorio utili all’educazione ambientale;
2.promuovere occasioni di incontro e di scambio;
3.superare i relativi isolamenti , offrendo opportunità di interazione tra insegnanti, scuole, agenzie del territorio e scuola, tra enti locali, etc.
4.promuovere sperimentazioni locali centrate su progetti che si interroghino intorno alle problematiche dello sviluppo sostenibile.

UTENZA FINALE

Per quanto riguarda la parte propriamente didattica, abbiamo individuato quattro fasce di utenza sulle quali andremo ad operare:
1.Bambini, suddivisi in due sottogruppi: a) scolaresche,
b) accompagnati da adulti.

2. Ragazzi: per i quali promuoveremo situazioni di apprendimento che si collochino vicino a loro, quali cittadini attivi del domani sulla quale è necessario intervenire affinché la coscienza ambientale diventi elemento naturale del proprio agire.

3. “Diversamente abili”: sono proprio queste persone che hanno il diritto di interagire con l’ambiente perché sensibili alle tematiche ambientali, e non solo, basti pensare all’importanza che riveste la natura sotto il profilo percettivo in soggetti che hanno uno spiccata sensibilità sensoriale.

1.Adulti: soggetti spesso lontani dalla causa ambientale, i quali potrebbero essere “educati” al senso di tutela e di appartenenza alle realtà che ci circondano.

Si rende evidente come l’idea di conoscenza a cui qui si fa riferimento non è quella di acquisizione o elaborazione di informazioni, ma un apprendere dall’esperienza che implica una elaborazione effettiva. La dimensione laboratoriale verrà intesa nel suo insieme di esplorare, tentare, e ricercare, considerando che quasi mai a scuola si ha tempo e modo per fare questo.